Fede e segnali.

Io non so cosa ci sia dopo la morte, però seconde me, qualcosa c’è.
E non penso ci si divida, chi all’inferno o chi in Paradiso, al di là, ci stiamo tutti e probabilmente, anche bene.

Forse è solo una speranza o forse neanche quella ma su questo ho abbastanza fede.
Aver fede non vuol dire aver la sicurezza che sia così, anzi è il contrario, aver fede vuol dire avere speranza che sia così.
Ho Fiducia che un amico non mi tradisca, ma non ne ho la certezza, non l’avrò mai, anzi prima di confidarmi con lui i dubbi mi assalgono e un po' mi stringono anche.

La Fede è quella forza che ti permette di allentare la stretta, allentare non eliminare, perché è bene credere, ma essere illusi è un’altra cosa e soprattutto non è Fede.
Io non credo in qualcosa che esiste, non ci credo, la vedo questa cosa, non ho bisogno di credere che sia.
Credo in qualcosa che sento, che percepisco anche solo lontanamente.
Io ci credevo che la Fortitudo prima o poi avrebbe vinto uno scudetto.
Ne ha vinti due.
Cazzo ne abbiamo vinti due!

Io non so cosa ci sia dopo la morte, ma so che qualcosa c’è.
Io ci credo perché qualche segnale, forse, l’ho colto.
O forse l’ho immaginato.
Io credo di averlo colto.

Uno l’ho colto da poco e soprattutto, ragionandoci sopra, è stato inaspettato.
Ho l’abitudine di leggere alla sera, apro il libro, leggo una pagina, poi comincio l’altra e leggo la stessa riga,  un paio di volte. Chiudo e dormo.
Succede a volte che mi addormento con il libro in mano che poi mi cade, allora mi sveglio, lo raccolgo, lo ripongo sul comodino e spengo la luce.
L’altra sera invece sono andato in dormiveglia. Spesso in dormiveglia, verso il mattino, accadono i sogni che ricordiamo il giorno dopo.
Invece l’altra sera, con il libro in mano che parlava di bicicletta, (strano vero?), mi sono ritrovato all’improvviso in casa delle mie Prozie di Sant’Agata sul Santerno. Andavo a fare una settimana in Estate da loro, con la Carola ci metteva1 di fianco al suo letto a guardare Giochi senza Frontiere prima di dormire. Lei di fianco alla Tv, l’Elsa in sala, io al piano di sopra, solo con tre letti a disposizione.
Non ho foto di quel periodo ma dai ricordi che ho, la certezza che tutto quello che vedevo nel sogno rappresentasse realmente quello che avevo già vissuto, però ce l’ho. Non ho fede, ho certezza.
Mi sono risvegliato, o forse ripreso, ho riposto Robert Penn sul comodino e mi sono addormentato.

Alle dieci del giorno dopo ero a lavorare, sono andato in bagno e ho acceso il cellulare. Whatsup mi annunciava che era morto lo Zio Roberto.
Lo zio Roberto era il capostipite dei fratelli PasiniSenior. C’era Roberto, poi c’era lo Zio Raffaele, (morto troppo presto), c’è lo zio Gigi, la zia Anna, (quella brutta), c’è Papà, poi c’è l’Agata, (la zia meno brutta).

Ho letto il messaggio e anche se ho continuato a fare quello che quotidianamente faccio tutti i giorni, cioè sono andato in bagno, ho sbucciato e mangiato la banana, poi l’arancia, e ho letto i titoli del giornale, in realtà mi ero fermato. Il mio cervello elaborava. A modo suo.
La sera prima mi ero ritrovato, in modo incredibilmente realistico, nella casa delle zie dei PasiniSenior, la mattina dopo muore lo zio.

Ci penso. E penso che la cosa non sia legabile. Tu Zio, l’Elsa e la Carola, non siete unibili. In fondo, da quel che sò, non andavate poi proprio d’accordo, non andavi d’accordo soprattutto con l’Elsa. 

Eppure quel sogno, era così realistico.

La mia mente vaga, in un millisecondo immagina. O forse crede, probabilmente ha Fede.
Qualcuno da su, o da giù, o da chissà dove, ti è venuto a prendere.
Stando nei paraggi sono venute a salutare.

Sono, o è passata, da me. Perché da me?

La Carola, Carolina all’anagrafe, è stata la prima per cui ho pianto, avevo 9 anni ed è la prima persona che ho visto, morta.

L’Elsa è morta nel 2000, mi diceva che ero il suo nipote, che poi ero Pro, (qualifica ciclistica mai raggiunta), nipote, preferito.

Io nel sogno ho visto solo la casa, particolari incredibili, la maniglia del portone, la Tv, il frigo nel sottoscala, ma non mai visto nessuna persona.

In vita mia non ho mai sognato dei miei cari defunti e se da una parte mi dispiace, dall’altra, (soprattutto parte), state tranquilli, non venite, ci vediamo poi, poi ,poi.

La mia grande immaginazione, che qualcuno chiamerà ignoranza, qualcun altro demenza, mi ha fatto vedere questo tuo finale zio.
Hai chiuso gli occhi di qua e li hai riaperti di là. Avevi l’Elsa davanti e hai subito esclamato: ”Ma che cazzo ci fai qua, che neanche ci hai lasciato la casa.”
E con lo stesso sorriso che hai fatto, quando due mesi fa venni a trovarti con la sciarpa del Toro, l’hai presa a braccetto e siete andati.

Non ci siamo conosciuti molto in questo mondo, ma nel prossimo avremo più tempo, ci vorranno ancora molti anni, ma pazienta un po'.

Nel frattempo Zio che la terra ti sia lieve e soprattutto Riposa in Pace, da questa parte del cammino hai lasciato una gran famiglia e un gran nuovo erede. Non fa Pasini di Cognome, ma forse è la sua fortuna, però fa Raffaele di nome e ti vuole un gran bene.

Diciamola tutta, noi Pasini non siamo molti normali e ne vado molto orgoglioso di questo!

Ps. Io credo che i miracoli esistano e dopo mercoledì sera ci credo ancora di più. Avevo previsto che la Juve passasse il turno, per fortuna non avevo scommesso. Magari di là la Juve ha passato il turno, ma di qua, al 91° ha preso il 2-2 e poi ha perso 4-2. Ce l’avevate quasi fatta. I miracoli esistono.

Ciao Zio.


 

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