Un Mare di Pianura

Apro le finestre e guardo il cielo, un’apertura azzurra si vede in lontananza tra nuvoloni neri e minacciosi. La strada ha qualche striatura asciutta, ma in gran parte è bagnata. Non piove ma corro in macchina a prendere il parafanghino, bagnarsi da sotto è più fastidioso di prendere secchiate dall’alto.

Colazione veloce e parto, direzione sempre la stessa, Madonna dell’Albero e Forlimpopoli. Da SantoStefano, nella lunga e apparente sterminata pianura romagnola, la strada è anche il percorso della Granfondo Citta di Ravenna, prova del famoso Circuito Romagnolo. È una cicloturistica, nessun numero sulla schiena e nessun chip attaccato alla bici. Sono sempre partecipatissime, ma sono ormai le 8:30 e lungo il tragitto incontro solo gli ultimi gruppetti di partenti, nessuno che mi rimane a ruota. La velocità è sempre tra i 33 e i 35 orari, non forzo mai e sono soddisfatto. All’inizio della Rampa di Ospitaletto uno dell’organizzazione mi invita a rallentare, timbrare e mangiare. Ringrazio e gli dico che non sono iscritto. Lui mi dice che fa lo stesso, di fermarmi ugualmente, rallento, lo ringrazio, ma proseguo la salita.

L’ospitalità Romagnola va al di là del commercio e del turismo, in molti dovrebbero prenderla da esempio.

Non salgo a Bertinoro, scendo verso Meldola e approfitto delle frecce della Granfondo per scoprire una nuova salita. Monte Vescoso, due chilometri e mezzo al 9,5%, con punte al 13. Dopo tanta pianura è una liberazione, nonostante la durezza. Tra campi e case in sasso giungo in cima e mi butto in discesa. Mentre affronto curve e tornanti penso che la prossima volta la affronterò da questo versante, stessa durezza, ma forse più lunga. 

Giungo sulla strada che va a Pieve di Rivoschio, l’attraverso e salgo subito verso Teodorano, lì esco dal percorso che tira dritto verso Monte Cavallo e mi fermo al Castello. Una mezza barretta mentre ammiro il panorama delle colline romagnole, che niente hanno da invidiare al quelle confinanti toscane. Verso il Casentinese il nero è impressionante, riparto subito e scendo a Meldola e di qui a Fratta, dove svolto a destra e comincio il Polenta. Salita sempre arcigna fino in cima poi discesa veloce verso Bertinoro. Immancabile sosta alla fontana da dove ammiro il mare di Cesenatico in lontananza e di nuovo in sella verso casa.

Da San Leonardo è di nuovo infinita pianura, ma sono di nuovo anche sul percorso della Granfondo. Un gruppetto mi passa davanti poco prima di svoltare sulla statale, lo riprendo con poche pedalate, giusto il tempo di vedere il numero dell’ultimo della fila indiana, che tocca la ruota davanti e miracolosamente non cade, contorcendosi sulla bici.
Li sorpasso e mi metto fisso tra i 41 e i 43 orari. Per dieci chilometri non chiedo cambi, poi a Massa Castello lascio passare un signore molto tirato, il quale accompagnava la moglie, anch’essa in ottima forma. Mantiene la mia velocita e a Carraie gli dò il cambio. Proseguiamo ancora qualche chilometro poi le nostre strade si separano, prima di ringraziarci a vicenda della bella trenata. Continuo di buon passo ma da solo non ho molti stimoli e il vento si fa anche laterale. I 40 non li vedo più fino a San Bartolo dove metto giù due denti e comincio una lunga volata di un chilometro, fino a Madonna dell’Albero. Qui mi rialzo, agile torno a casa, lungo gli ultimi 20 chilometri.

Non avrò scalato le vette Appenniniche in preparazione per la Sportful, ma questa pianura tiratissima non è da sottovalutare. Anche Strava mi conferma che da Forlimpopoli a Madonna sono andato veramente forte, stabilendo il mio terzo tempo a 40 secondi dal record.
Record fatto con la Locomotiva di Biella, il grande Romy, il buon Leo e parte della sua squadra.

E a Luglio questo record si dovrà battere!

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