La Bicicletta dopo le ferie.
Dopo 18 giorni di inattività, record quasi storico.
Leo mi aspetta al traghetto e mi da il benvenuto in questa nuova Estate Romagnola. A testa bassa per andare a prendere i due "anziani", già avviati verso Madonna dell'Albero, verso il classico, primo, fumante caffè di giornata.
Mentre rimango a ruota di Leo e gli dò pure un cambio, faccio due calcoli e ipotizzo nella mia mente che li riprenderemo alle porte di Ravenna, al sottopassaggio, poco prima del Ponte di Teodorico. Non lo dico a Leo e faccio male, perchè ci prendo alla grande e quindi queste righe scritte sono una scoreggia durante la Bora.
Raggiungo Sandrino proprio sul ponte e lui mi passa la borraccia come Bartali a Coppi, o Coppi a Bartali, o forse quella che uno dei due voleva mettere nella ruota dell'altro, ma comunque non si era mai visto un capitano che insegue l'ammiraglia per prendere il rifornimento.
Mi ero dimenticato le mie a Bologna e gentilemente me ne aveva preparata una con Epo, testosterone e una flebo di sangue transilvano, che aveva acquistato in una gita in moto la settimana prima in Baviera da una zingara italiana di Trastrevere, la famosissima Rom!
La soluzione in borraccia mi aiuta molto e in poco siamo a Forlimpopoli. Mi metto a tirare appena inizia la salita, Sandrino si stacca, Romy e Leo mi stanno a ruota come Sanguisughe, mirando evidentemente alla flebo regalata da Sandrino.
All'incrocio per Fratta Leo mi supera, la velocità non scende, mai, sotto i 20, ma faccio fatica a stargli a trenta metri e fargli credere di essere finito e allora apro a fiotto la goccia della flebo e in 3,5 nanosecondi mi innietto gli ultimi 2 litri di sacca. In 5 cm recupero 30 metri, li supero ma loro stanno lì, sperando di succhiarmi un pò di sacca. Ma l'effetto finisce sullo strappo finale, dove muoio in modo molto dolce, piantandomi nell'asfalto bollente.
Mentre arriva il carrofunebre, a cui ruota c'è Sandrino, con l'inerzia svalico lo strappo e miracolosamente risorgo.
Alla fontana, che piange sangue bello gelido, mi metto in fila e mi faccio un'altra trasfusione. Prendo la bici e scendo verso Forlimpopoli. Ci ritroviamo al solito bar, per bere il solito caffè, che oggi diventa la solita CocaCola, che però non è la solita perchè quest'anno ce l'hanno solo in bottiglia di vetro.
Compriamo 55 bottiglie, costruiamo un altare e preghiamo per chi ci ha fatto il favore e l'onore di inventare la Coca Cola in bottiglia di vetro, beviamo, ruttiamo direzione mare, sperando di sfruttare il vento creato e ripartiamo.
Nel mentre abbiamo incontrato un grandissimo, il 75 enne Bruno Battistini, autentico monumento Bolognese.
Ci mettiamo in fila indiana, perfetta, offendendo ogni buon amatore che mai potrebbe dare così poco fastidio agli automobilisti.
La velocità rimane blanda, sui 38 all'ora per rispetto al 75enne, poi va avanti Romy che aumenta ai 40, gli e lo si fa notare, ma lui dice che va piano, allora offeso si sposta e il 75 enne scatta aumentando ai 45 la blanda andatura.
Si arriva, tra scatti e controscatti a Madonna Dell'Albero dove incontriamo l'uomo proiettile. Su una bici sdraiata carenata in carbonio raggiunge i 60 orari con una Compact 60/52 in due pedalate senza motorino elettrico. Gli autografiamo la carena come fosse un gesso, mentre esce lo splendido odore di lesso delle sue gambe cotte dopo 100 km in un ora e venti minuti e ripartiamo.
Il ritorno è tranquillo, 35/45 all'ora massimo, i miei 18 giorni di inattivvità mi mandano affanculo e io obbedisco.
Come sempre.
Ma che bella la Romagna!
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