Meraviglia Chianti
Tre giorni immersi in paesi che trasudano storia d’Italia, tre giorni tra i ciottolati solcati da secoli di storie, amori, lavori, guerre, vino e ottimo cibo.
Tre giorni volati, come tutti i giorni vissuti bene.
Una mattina piovosa nel Chianti, passeggiando in vicoli deserti che esprimono ancora di più la propria bellezza, camminando per Radda o Gaiole, paesi simbolo di quello che l’Italia è stata, è ancora, e dovrà essere in futuro. Genuini, come le viti che questa terra regala, come gli uomini e le donne che le lavorano, le coltivano e le trasformano come fosse magia, ma con dietro un lavoro certosino, in vino pregiato, bevuto in tutto il mondo.
Tra i vicoli di Radda dove ogni sasso, ogni angolo, ogni porta, raccontano una storia, una storia che viene da lontano ma che è sempre stata qui, volteggiando tra le viti, saltando da un ramo d'ulivo all'altro, arrivando fino ai giorni nostri e ancora più in là, dove noi non possiamo e non riusciamo a vedere.
Entri a Gaiole vedi il Gallo e dici Chianti, entri a Gaiole e pensa alle bici, all’Eroica, alla polvere degli sterrati e al sudore che li bagna, rivoli che scendono lacrimando dalle fronti, su bici che nel dopoguerra erano simbolo di libertà, bici che a quei tempi erano il massimo della tecnologia, bici che hanno fatto ripartire l’Italia distrutta, ripartita grazie a chi l’ha sempre considerata la terra più bella del mondo.
E il Chianti ne è testimonianza viva, una bellezza inestimabile, toccata pochissimo dal cemento armato che con sforzi e lotte viene tenuto in città, lontano da questi campi che sono vero e luccicante oro, così, spogli, vestiti solo di piante, viti e ulivi. Oro vero.
Ovunque ti volti per le vie dei paese non puoi far altro che ammirare e contemplare questo oro, donato da madre natura, lavorato e impreziosito dal lavoro duro e faticoso che coloro che hanno vissuto queste terre, nei secoli, hanno svolto.
Ha smesso di piovere da poco e ancora pioverà sulle vie di Radda e Gaiole, sferzate da un vento gelido che annuncia l'arrivo imminente dell'inverno.
Normalmente affollate di turisti, ora deserte, solo qualche gatto a passeggiare, velocemente, per bagnarsi il meno possibile, un po’ straniti da tanto vuoto, ma liberi e innamorati dei loro vicoli, come non lo sono stati mai.
Saliamo in macchina e partiamo, pochi chilometri, ci si sposta in un’altra vallata, diversa, ma per questo ancora più bella.
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