Expo 2015, messaggio importante, poco sostenibile...
Un giorno a Milano per Expo 2015, l'esposizione Universale con tema il cibo, la sua sostenibilitá, lo spreco e la nutrizione nel mondo e del mondo.
Un argomento importante che deve, o doveva, portare messaggi importanti.
Un giorno per visitare il mondo é assai poco, anche se racchiuso in pochi chilometri quadrati.
Un lungo viale circondato da sfavillanti Padiglioni, Pavillon, e da altri piú semplici, sintesi chiara di dove si ferma in questi anni il Dio Denaro.
Cina, Kazakistan, Arzebaijan, Holland, Germany, Svizzera, i Padoglioni piú lussuosi e appariscenti.
Cambogia, Kenya, Yemen, tutta la via del Caffé, che é tra quelle potenzialmente piú ricche, ma in realtà attraversa i Paesi piú poveri della terra, tutti sotto ad un'unico padiglione, chiusi in stanze diverse. Caffè per tutti e di tutti i gusti, mercatini tipici, foto e depliant per far conoscere paesi che troppo spesso vengono visti dal mondo esclusivamente come poveri, aridi e inadatti, ma che nascondono potenzialità capaci di salvare questo Mondo, troppo industriale. Un messaggio silenzioso, che fa fatica a passare e andrebbe ascoltato di fino, in silenzio.
Ma i grandi paesi che possiedono il comando della terra, silenziosi non lo sono e nei loro immensi padiglioni non tutti riescono a fare passare un messaggio universale. Troppi quelli che sono solo un'immensa Agenzia d'informazione turistica. Pochi quelli che rimangono in tema, il cibo, la sostenibilitá con la nostra madre terra.
Austria e Svizzera nella loro immensa efficenza, ci provano e in parte ci riescono, riuscendo anche a sorprendere .
L'Austria chiude in un Capannone di cemento armato un bosco di biodiversitá realmente vivo. Entri nel padiglione e l'aria respirata é realmente pulita e pura come se si fosse nel bosco alpino. Ma oltre a questa scenografia rubata alla natura, (con la speranza che sia riportata dove dovrebbe stare), presenti sui muri ci sono frasi importanti che devono far ragionare su quello che va fatto per la nostra terra. Oltre due ruote nere, su cui scrivere le idee per un salvare il Mondo.
Due ore e mezza di fila sotto l'acqua per entrare nelle quattro torri svizzere. Quattro torri che all'Apertura dell'Expo erano piene di scatoloni e il cui pavimento si abbassa al consumarsi degli scatoloni. Sulla parete d'entrata campeggia una scritta. C'é ne è per tutti?
Ogni torre un prodotto, che liberamente e gratuitamente si puó prelevare e portare a casa. Secondo coscienza. Quattro prodotti che in apparenza non riguardano la Svizzera.
In Apparenza.
Nella prima il caffè. Magari lo stesso venduto nei padiglioni dei paesi della via del Caffé.
In Svizzera non vi sono piantagioni, ma negli anni 30, ingegneri svizzeri inventarono il caffé solubile. La Svizzera ne esporta di più che formaggio e cioccolato messi insieme. La Svizzera potrebbe cambiare nome e chiamarsi Nestlé.
Il caffé peró non é molto consumato, non usa dappertutto o forse, piú realisticamente, il caffé solubile fa ribrezzo a molti.
Nella seconda, mele essicate. Le mele in Svizzera ci sono e piacciono e il loro speciale modo di essiccazione le rende prelibate. Ce ne sono poche e potrebbero non bastare per il mese che manca alla chiusura di Expo. Il cartello con gli omini stilizzato é chiaro. Se ne prendi un pacchetto ce ne rimangono per 24 giorni, se ne prendi due per 12 giorni, ma se ne prendi uno e lo condividi con un'altro omino stilizzato, ne rimangono per 52 giorni e basterebbero per tutti.
Nella terza torre c'é il sale. In Svizzera non ci sono le Saline, ma c'e il SalGemma e le Alpi Svizzere sono ricche di miniere che donano questo prezioso condimento. Ve ne é ancora abbastanza, un pizzico di sale aiuta, ma troppo fa male.
Nella quarta torre l'acqua, la Svizzera ne é ricca con le sue montagne, i suoi ghiacciai e i suoi fiumi. Bellissimo all'uscita della torre la stanza sul San Gottardo, montagna che forma 4 fiumi lunghi centinaia di chilometri e che finiscono in Adriatico e Meditterraneo.
Di acqua non ne rimane molta, i bicchieri che regalano cominciano a scarseggiare e la frase scritta all'entrare é bella quanto chiara.
"Condividiamo.
La mia acqua é la tua acqua, la tua acqua é la mia acqua."
Il messaggio é forte e passa bene anche in chi magari non aveva mai pensato al consumo esagerato che facciamo nel nostro mangiare. Abituati troppo bene dei signori dall'accento tipicamente "calabrese" si lasciavano andare a qualche considerazione:
"Pota pensa te se mi devono far sentire in colpa se mangio troppo"
"Pota si eh, peró han ragione."
"Pota si eh, infatti mi sento in colpa."
Efficenza Svizzera tramutata all'italiano medio.
Il Padoglione Italia è il piú grande, qui la ricchezza non c'entra, é solo perché siamo il paese ospitante. Più di tre ore di fila per entrarci, l'orgoglio nazionale, per una volta, viene esaltato in modo entusiasmante. Tanti Italiani che escono orgogliosi, dimenticandosi della fila fatta, il Bel Paese risplende nel mondo facendoci sentire importanti.
Il viaggio, tre ore di fila, un'ora di visita, per sentirsi orgogliosi della Reggia di Caserta o delle nostre prelibatezze. Con meno tempo forse si riuscivano ad ammirare realmente e ad assaggiare prodotti nostrani, non venduti dalla grande distribuzione. Ma non sarebbe stato l'Expo.
Tanti Italiani, soprattutto Italiani, pochi stranieri incontrati come visitatori.
Quei pochi, come alcuni Arabi o colored Usa, che rischiano di scontrarsi nella calca, gli uni davanti agli altri si fermano, fanno spazio, si ringraziano e si salutano. Un'immagine che é un vero piacere per gli occhi e per l'animo, troppo turbato dalle continue notizie, che i media sparano come mitra, ad ogni momento in Tv e sui giornali. Integrazione vera e propria.
Cosa piú del cibo puó integrare? Niente. La fame è fastidiosa, fa male, divide e uccide. Ma il cibo con tutti i suoi profumi, i suoi colori e le sue combinazioni unisce e rallegra.
Il decumano principale era un'esplonsione di colori e profumi e nei baracchini di streetfood, che erano anche pochi, le persone parlavano, ragionavano, sorridevano, si scambiavano i pareri oltre che a volte anche il piatto.
Attorno ad un tavolino o seduti su un muretto si consumava quella cosa che tanto ora ci dá fastidio. L'Integrazione.
Ed é questo forse il messaggio mancante o che non é stato esaltato in questo Expo. Un messaggio importante soprattutto in un momento storico come questo. Un messaggio che peró, politicamente, poteva dare molto fastidio.
Sostenibilità, per la nostra terra e per il nostro benessere. Nostro inteso come Essere Umani.
Decumano e viali puliti, operatori ecologici in polo bianca, continuamente a raccogliere cartacce e plastica, prontamente differenziate.
L'Expo della sostenibilitá alimentare discusso in una Bellissima fiera costata milioni e milioni di euro.
Milioni e milioni di euro che potevano sfamare milioni e milioni di persone.
É sostenibile tutto questo?
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